Nel pieno del miracolo economico italiano la Fiat 500, o meglio la Nuova 500 come venne battezzata per distinguerla dalla precedente sebbene più conosciuta come Topolino, in un sol colpo contribuì alla motorizzazione di massa in Italia e, di fatto, aprì il filone delle citycar. Declinandosi in vari modi, rimase in produzione dal 1957 al 1975 e conquistò le simpatie di quasi 3,9 milioni di automobilisti in tutta Europa, spesso accompagnandoli nei primi passi della guida ma insegnando, a tutti, a prendere confidenza con la doppietta per scalare poiché il suo cambio non prevedeva sincronizzatori. Quando dallo stabilimento Mirafiori esce il primo “cinquino” alla tv italiana iniziano le prime puntate di Carosello, quando va in pensione arriva il formato di registrazione video Vhs. Contestualmente, fu testimone di anni cruciali sia per la trasformazione sia dell’Italia in moderno paese industriale sia di personaggi, eventi, movimenti e scoperte che hanno segnato quel periodo.

Debutta con la nascita della Comunità Economica Europea

La Nuova 500 aveva carrozzeria autoportante, motore bicilindrico posteriore di 479 cc raffreddato ad aria (il primo della Fiat), quattro ruote indipendenti e costava 490mila Lire, poco meno della più robusta 600. Debuttò nell’estate del 1957, anno in cui l’Urss lanciò la navicella Sputnik con a bordo la cagnetta Laika primo essere vivente a orbitare attorno alla Terra e a Roma vengono firmati i trattati costitutivi della Comunità Economica Europea, con un allestimento spartano, due soli sedili e una panchetta posteriore. Di conseguenza, nell’abitacolo poteva ospitare soltanto due persone ma poteva anche trasportare 70 kg di bagaglio. Tre mesi dopo, però, venne modificata poiché riscosse poco interesse. La Fiat, quindi, corre ai ripari e presenta due versioni modificate che chiama 500 Normale ed Economica. Entrambe, a dispetto del nome che farebbe immaginare l’esatto contrario, offrono maggiori contenuti, ospitano quattro persone grazie a un vero sedile posteriore omologato e imbottito e, infine, hanno un motore che sviluppa 15 anziché 13 cv, ma sono vendute a 465mila Lire.

Poi diventa sportiva e si evolve in station wagon

Nel 1958, anno in cui diventa Papa Giovanni XXIII e Krusciov è capo del Governo e del Pcus dell’Urss, arriva la 500 Sport. Costa 560mila Lire e ha un motore con cilindrata accresciuta a 499,5 cc con 21,5 cv. Si distingue perché ha inizialmente il tetto rigido, l’esterno percorso da una fascia rossa sulle fiancate e, in alcuni casi, anche per la carrozzeria bicolore. L’interno, però, torna ai due posti secchi e all’inutilizzabile panchetta posteriore. Due anni più tardi, quindi nel 1960 quando si svolgono le Olimpiadi di Roma e John F. Kennedy viene eletto Presidente degli Stati Uniti d’America, la famiglia della piccola Fiat si allarga. Debuttano la 500D e la Giardiniera, che costano rispettivamente 450 e 565mila Lire. La prima eredita il motore della Sport ma con 17,5 cv e si distingue per un leggero aggiornamento estetico. La seconda, è una mini-station wagon con portellone incernierato sul lato sinistro, un lungo tetto apribile in tela vetri scorrevoli per la zona posteriore dell’abitacolo dove i passeggeri beneficiano di più spazio rispetto alla berlina grazie alla crescita del passo di 10 cm, il divano posteriore ripiegabile per aumentare la capacità della zona bagagliaio sotto la quale è sistemato il motore. Quest’ultimo è di cilindrata e potenza analoghe a quello della 500D, ma è “a sogliola” per generare un piano di carico piano.

A metà anni Sessanta diventa sfiziosa
Nel 1965, quando in Cina scoppia la rivoluzione culturale e in Inghilterra Mary Quant lancia la minigonna, debutta la 500F venduta a 475 mila lire. Porta al debutto le porte incernierate anteriormente più sicure e meglio integrate nei lineamenti della vettura grazie all’assenza di antiestetiche cerniere a vista, un abitacolo meno spartano di quello delle precedenti e un motore che sviluppa 18 cv. Questa versione ispira una differenziazione dell’offerta della 500. Infatti, nel 1968 quando affiora il maggio francese e vengono assassinati Martin Luther King e Robert Kennedy, ha una famiglia composta dalla versione base e la L, ovvero Lusso. Quest’ultima, che monta lo stesso motore della 500F, è venduta a 525mila Lire. Fuori si distingue per i rostri cromati sui paraurti, la fanaleria di dimensioni più grandi, cromature disseminate sulla carrozzeria, pneumatici radiali, loghi Fiat e sigle d’identificazione d’inedita grafica. Dentro, invece, propone sedili più imbottiti e rivestiti con materiali migliori rispetto a quelli delle altre versioni e particolari della plancia di disegno più accattivante.

All’inizio degli anni Settanta va in pensione cambiando missione
Nel 1972, quando uscirà dai listini ci sarà una nuova auto tra le piccole Fiat, la 126, alla quale la 500 affianca la spartana interpretazione R che resterà sulla scena sino al 1975. Quando debutta, anno in cui Richard Nixon compie uno storico viaggio in Cina poco prima dello scoppio del Watergate e in cui avviene la strage degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco, è in vendita a 600mila Lire. Anche se meno equipaggiata e più costosa della 500L s’afferma come vera seconda auto per la famiglia anche in virtù del cambiamento del tenore di vita degli italiani. Basti pensare che nel 1957 il prezzo della prima 500 era pari a 13 stipendi di un operaio, mentre nel 1975 per acquistare una 500 R ne bastavano quattro.